– CAFFEINA: UN PO’ DI STORIA… –

La caffeina è una sostanza naturale (alcaloide derivato dalla xantina) presente in varie specie vegetali, tra cui le piante di:
CAFFE’
THE
CACAO
GUARANA’
COLA

La sua scoperta la si deve al chimico tedesco FERDINAND RUNGE, che nei primi anni del 1800 la scoprì in Etiopia, e che la chiamò «kaffein».
Successivamente, un altro chimico tedesco,FISHER, verso la fine del 1800, la sintetizzò. Tra le sue diverse proprietà, c’è quella di essere una «sostanza ergogenica», cioè che aiuta e favorisce la produzione di energia, utile, quindi, in tante performance, sportive e non.


I primi studi, in ambito ergogenico, risalgono ai primi anni del 1900, e furono fatti su operai che lavoravano in fabbrica; in questi soggetti che assumevano bevande estratte dalla pianta del caffè, si era notato un miglioramento in termini di concentrazione e prestazioni lavorative.

Oggi, questa sostanza la si ritrova inserita in tante bevande e formulazioni, non solo nel puro caffè.

Nelle varie bevande in commercio il contenuto di caffeina è variabile; il classico ESPRESSO ne contiene mediamente circa 75mg (dipende dalla miscela); il COLD BREW e NITRO COFFEE, ne contengono di più, ma questo è dovuto ai metodi di tostatura, una spremitura a freddo e un riposo di 24h, di chicchi di caffè, che consente il mantenimento di una maggiore concentrazione di caffeina.
Anche il NITRO COFFEE è una estrazione a freddo, ma prima di essere servito viene pompato attraverso un erogatore di azoto gassoso; essendo questo un gas inerte, non reagisce con il caffè, ma dona ad esso una consistenza liscia e cremosa.


– CAFFEINA: CINETICA e METABOLISMO –

L’assorbimento, dopo assunzione orale, è pari, pressochè al 100% delle dose e il picco viene plasmatico viene raggiunto tra i 15 e 120min; questo perché non si lega alle proteine plasmatiche e ciò favorisce anche un rapido passaggio della barriera emato-encefalica.
L’emivita plasmatica varia tra 2,5 e 4,5h , per cui l’effetto ergogenico dura abbastanza, e non c’è differenza tra giovani e anziani; l’emivita, invece, si abbassa di quasi il 35% nei fumatori, mentre nelle donne che assumono contraccettivi orali si raddoppia.

L’ingestione di caffeina abbassa la percezione del «gusto dolce», ma aumenta la secrezione gastrica, e questo è il motivo per cui in molte persone può portare disagi o bruciori dopo sua ingestione.
Un altro importante effetto è un aumento della motilità del colon, per cui bisogna fare attenzione ai soggetti che soffrono del così detto colon irritabile.


– CAFFEINA: QUESTIONE di GENETICA –

E’ proprio così! Ci sono persone in cui l’effetto eccitante del caffè è maggiore rispetto ad altre, proprio perché le risposte alla caffeina sono individuali.
Infatti è stato dimostrato che la variazioni di due geni CYP1A2 e ADORA2A possono influenzare in senso positivo o negativo gli effetti della metabolizzazione della caffeina.

Il polimorfismo del gene CYP1A2 (si parla di polimorfismo quando una variazione genetica ha una prevalenza maggiore dell’1% nella popolazione, e tale variazione può essere determinata da sostituzioni, delezioni o inserzioni di basi nel DNA),influenza il modo in cui si metabolizza la caffeina; infatti questo gene codifica per l’enzima citocromo P450 presente nel fegato (che è responsabile anche della metabolizzazione dei farmaci che assumiamo), per cui una produzione minore o maggiore di questo enzima predispone la persona ad essere un «metabolizzatore veloce» oppure un «metabolizzatore lento» per la caffeina.

Il METABOLIZZATORE VELOCE avrà il gene CYP1A2 che produrrà un quantitativo elevato di CYP450, che a sua volta degraderà rapidamente la caffeina e di conseguenza l’effetto di una tazzina di caffè durerà meno.

Il METABOLIZZATORE LENTO, viceversa, avrà il gene CYP1A2 che produrrà un quantitativo minore di CYP450, e quindi la caffeina contenuta nella tazzina di caffè sarà degradata lentamente, per cui l’effetto della caffeina durerà di più.

L’altro gene importante è ADORA2A, che è quel gene che ci rende più o meno sensibili alla caffeina.
Questo gene codifica per un recettore in cui si lega l’adenosina, per cui adenosina e caffeina competono tra loro per accaparrarsi questo recettore; se prevale l’adenosina avremo la sensazione di stanchezza, se prevale la caffeina si ha la sensazione di brillantezza.
Più questo gene produrrà recettori ADORA2A, più caffè dovremmo bere per avere l’effetto di sentirci svegli ed eccitati.


La combinazioni delle varianti genetiche permette di dividere i consumatori di caffè in due grandi classi:

ALTA SENSIBILITA’ al CAFFE quindi pochi recettori ADORA2A e la variante del gene CYP1A2 che produce pochi CYP450 (enzima che metabolizza la caffeina): la persona elimina lentamente la caffeina, e l’effetto eccitante/ergogenico è maggiore.


BASSA SENSIBILITA’ al CAFFE’ con molti recettori ADORA2A e un gene CYP1A2 che produce molto CYP450 con il risultato che la caffeina viene eliminata velocemente, per cui l’effetto eccitante è minore.
In questo gruppo rientrano quelle persone che bevono il caffè alla sera senza subire effetti sul sonno.




– CAFFEINA e SPORT –

Dal punto di vista sportivo, i principali effetti dall’uso di caffeina li abbiamo a carico del

SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC), in quanto stimola molto rapidamente l’attività cerebrale.

MUSCOLO in particolar modo sui sarcomeri, che rappresentano l’unità contrattile del muscolo, limitando così la percezione della fatica locale,in virtù del fatto che la caffeina agisce come antagonista competitivo sui recettori dell’ ADENOSINA, riducendo la sensazione di fatica percepita, grazie al fatto di una migliore attivazione dei motoneuroni, ovvero, quelle terminazioni nervose che si collegano ai muscoli, permettendone la contrazione.

ACCRESCERE L’EFFICIENZA CON CUI VENGONO BRUCIATI I GRASSIsoprattutto in esercizi aerobici superiori ai 60min.
Infatti tale azione sarebbe promossa dal rilascio delle CATECOLAMINE (adrenalina e noradrenalina), che favoriscono l’attivazione della β-oxidazione nella produzione di energia.
La caffeina blocca i recettori dell’Adenosina delle cellule adipose, svolgendo così un effetto lipolitico.


Studi scientifici hanno anche confermato che la supplementazione con caffeina è utile anche in gare veloci, come i 100 o 200m di nuoto; in questo caso, essa agisce non tanto sul distretto muscolare, ma il vantaggio che l’ assorbimento immediato porta, è a livello cerebrale un con maggior tasso di concentrazione, e questo si ripercuote su un aumento della resistenza fisica.
Per «sentire» meglio l’effetto della caffeina, è utile sospendere l’assunzione di caffè nei 5-6gg prima della competizione, e poi prenderla 60min dall’inizio della gara.

– CAFFEINA e DOPING –

Attualmente, la caffeina, come altri stimolanti, non rientra nelle sostanze dopanti, secondo la lista WADA, ma solo nel programma di monitoraggio; essa è inserita nella sottolista S6 (quella dedicata agli stimolanti), ma non è bandita.

– TAKE HOME MESSAGE –

La caffeina è una sostanza ad azione PSICOTROPA, la cui risposta da parte dell’organismo è parecchio soggettiva.
Quando se ne fa un uso smodato, o cronico, o se ne è maggiormente sensibili, può causare effetti avversi quali AGITAZIONE – IRRITABILITA’ – EMICRANIA – DISTURBI GASTROINTESTINALI – ALTERAZIONE DEL SONNO..
Il fatto che, allo stato attuale, non sia considerata sostanza dopante, non implica che se ne possa fare un uso smodato, anche perché superare le dosi/ die consigliate, oltre a non essere positivo per la salute, non ha alcun beneficio in termini di prestazione sportiva.