Il ferro (Fe) è un oligoelemento essenziale e molto importane per il nostro organismo; la sua funzione è quella di formare l’ emoglobina, (Hb) e la mioglobina, due proteine in grado di legare l’ O2 per trasportarlo nell’organismo.

Ne perdiamo pochi mg/die attraverso il ricambio della mucosa intestinale, ma negli atleti, ed in particolar modo in quelli di endurance, la perdita arriva fino all’80% di quello introdotto.

La perdita di Fe nello sport dipende da diversi fattori quali
EMOLISI INTRAVASCOLAREper i microtraumi ripetuti da prolungata compressione muscolare sui globuli rossi che corrono nei capillari.


RICAMBIO MUCOSA GASTRICA / INTESTINALE fisiologicamente si aggira sui 0.5 mg/die, ma negli atleti la perdita può arrivare fino a 1.1 mg/die.


SUDORE le perdite si aggirano sui 0,25mg


MESTRUO

Siccome il nostro organismo assorbe solo circa il 10% di quello che arriva a livello intestinale (duodeno), se abbiamo un alto consumo, questo diventa un problema perché il soggetto, sportivo e non, va incontro, nel tempo, a quella che è chiamata ANEMIA SIDEROPENICA, ovvero una condizione in cui l’organismo non riesce a sintetizzare un numero adeguato di globuli rossi per pareggiare le perdite.

L’importanza di questo oligoelemento non è solo legato al trasporto di O2, ma interviene in tutta una serie di funzioni organiche fondamentali quali:

FUNZIONE COGNITIVA


FUNZIONALITA’ SISTEMA ENERGETICO


FUNZIONALITA’ SISTEMA IMMUNITARIO(i linfociti T crescono e si sviluppano, solo in presenza di questo minerale)


INFLUENZA L’ATTIVITA’ di FEGATO, CUORE, MUSCOLI


PROCESSI DI DIVISONE CELLULARE


I primi segni di una carenza di Fe sono rappresentati da
STANCHEZZA
PALLORE della CUTE
entrambe situazioni dovute a scarsa ossigenazione.

Il fabbisogno giornaliero è di

Ma non è così semplice da raggiungere con solo l’alimentazione, anche perché bisogna distinguere due tipi di Fe:
🔶 FE-EME (è il ferro legato all’emoglobina o alla mioglobina, nelle quali si trova allo stato di ossidazione Fe2+ (ione ferroso); solo in questo stato di ossidazione il ferro può legare l’ossigeno. Ammonta a circa il 75% del ferro totale presente nell’organismo (65% nell’emoglobina e 10% nella mioglobina).

🔶 FE-NON EME che è il ferro legato a proteine di deposito (come la FERRITINA), nelle quali si trova allo stato di ossidazione Fe3+ (ione ferrico). In questo stato lo troviamo presente nella MILZA, nel FEGATO e nel MIDOLLO OSSEO.

La conversione da FE-NON EME a FE-EME avviene grazie ad una glicoproteina che è la TRANSFERRINA.


Tutti gli ATLETI possiedono un rischio più elevato di sviluppare una ANEMIA SIDEROPENICA rispetto a chi non è un atleta, proprio perché l’esercizio fisico intenso genera una risposta infiammatoria, la quale induce un aumento dell’utilizzo di Fe.
Ma lo stato infiammatorio che si viene a produrre, ed in particolar modo se questo diventa cronico, induce, anche, un aumento della EPCIDINA ormone peptidico prodotto dal fegato che inibisce la FERROPORTINA 1 (proteina di membrana degli enterociti la cui funzione è quella di trasportare il Fe al di fuori della cellula).
L’EPCIDINA, inibendo la FERROPORTINA 1, impedisce agli enterociti di rilasciare il Fe nel sistema portale epatico riducendo in tal modo l’assorbimento dello stesso.


– CARENZA DI FERRO –

La carenza di Fe non sfocia mai in una ANEMIA CONCLAMATA immediatamente, si ha una prima fase di SIDEROPENIA in cui i principali sintomi sono rappresentati da:
ASTENIA e DEBOLEZZA
RESPIRO CORTO e SUPERFICIALE
PALLORE
IRRITABILITA’ e DIFFICOLTA’ di CONCENTRAZIONE
In questa fase sono di depositi di Fe (FERRITINA) a cercare di compensare il bilancio negativo tra il Fe introdotto e quello consumato.
Si parla di ANEMIA quando la FERRITINA è < 12mcgr/L
Trovare una ferritina bassa (intorno a 30mcgr/L) è sempre un campanello di allarme che deve essere indagato.
Per questo, è sempre utile, fare gli esami ematochimici, sia per atleti, che non atleti, almeno 2 volte l’anno, dosando nello specifico HB – FERRITINA – TRANSFERRINA – SIDEREMIA


– COME TRATTARE LA CARENZA DI FERRO –

La carenza di Fe può essere corretta attraverso la DIETA, consumando cibi ricchi di questo minerale (carni rosse, fegato, frattaglie), ma a volte non basta, per cui è necessario ricorrere all’ASSUNZIONE DI INTEGRATORI SPECIFICI.
I principali ferri in commercio sono dei «sali di Fe», come il ferro-solfato, che però hanno delle limitazioni importanti quali:
1- BASSA BIODISPONIBILITA’ (circa il 10%)
2- SCARSA TOLLERABILITA’(gusto metallico in bocca, gastralgie, costipazione..)
Tutte queste situazioni portano ,inevitabilmente, il paziente ad abbandonare la supplementazione, con il rischio di sviluppare una anemia sideropenica.
Attualmente la migliore tecnologia integrativa è la TECNOLOGIA SUCROSOMIALE, dove il minerale è avvolto da una «camicia», il SUCRESTERE, che è una matrice (una via di mezzo tra un lipide ed uno zucchero) in grado di far passare il Fe, ed anche altri minerali, nella loro interezza, all’interno dell’intestino, evitando, da una parte, gli effetti collaterali tipici, e dall’altra aumentando la biodisponibilità.