– Un nuovo studio avvalora le prove che collegano come una scarsa qualità del sonno sia un fattore per una maggiore mortalità –

E’ ormai acclarato da tempo e da svariati studi scientifici, come l’ ATTIVITA’ FISICA, l’ ALIMENTAZIONE, l’ INTEGRAZIONE e la GESTIONE DELLO STRESS siano fondamentali nel garantirsi una vita lunga e soprattutto in salute.
Ma a questi 4 cardini bisogna aggiungerne uno, quando si parla di longevità in salute: la QUALITA’ DEL SONNO.
Durante il sonno, infatti, i ritmi biologici rallentano, l’organismo recupera le energie spese durante la giornata e il cervello riduce al minimo la sua attività, occupandosi principalmente di rielaborare le esperienze fatte durante la veglia; tutto questo incide significativamente sulla qualità della nostra vita, nonostante spesso tendiamo a trascurarlo e a cercare di vivere spesso di notte, dormire bene di notte, assicura importanti benefici sulla nostra salute, che si ripercuotono poi sulla capacità di vivere a lungo.

Uno studio molto recente, presentato all’ ASSOCIATED PROFESSIONAL SLEEP SOCIETIES, ha messo in luce come gli adulti che mantengono un programma di sonno ottimale, con orari regolari, hanno una mortalità significativamente inferiore (circa 40%) rispetto a quelli con un ritmo di sonno irregolare ed insufficiente.
Questo confermerebbe quanto dimostrato fino dagli albori dell’uomo sulla Terra, come il dormire male e non sincrono con i ritmi circadiani possa influire negativamente sulle nostre condizioni psicofisiche e cognitive.

Ma perché il sonno notturno è così importante?
Innanzitutto è il più importante inibitore del CORSTISOLO (conosciuto come «ormone dello stress» e che ha una fisiologica circadianità nelle 24H: ovvero deve essere basso durante la sera e notte, e si deve alzare con le luci dell’alba; noi ci svegliamo alla mattina perchè il CORTISOLO gradualmente aumenta.
Se questo, invece, rimane alto durante la sera /notte (come nel caso di attività sportive o sociali), questo porta, nel tempo, ad uno sfasamento dei ritmi circadiani con conseguente insorgenza di malattie metaboliche o cardiocircolatorie.

Un altro importante motivo è che durante il sonno notturno (Stadio 3 con onde a bassa frequenza) si attua una «pulizia cerebrale» grazie all’attivazione del SISTEMA GLINFATICO.
Le cellule nervose costituenti questo sistema, (cellule della glia) ripuliscono il tessuto nervoso da proteine danneggiate e prodotti di scarto del metabolismo cerebrale; se il sonno è indotto attraverso famaci come le benzodiazepine, o altri induttori del sonno,come gli antidepressivi, questi non permettono l’attivazione corretta di questo importante fisiologico sistema.
L’uso protratto di queste sostanze, nelle persone, provoca anche un maggior rischio di sviluppare malattie neuro-degenerative, proprio per la «mancata pulizia cerebrale» notturna.

Riposare bene di notte è significa anche avere un buon alleato nelle persone soggette a dieta ipocalorica, poiché aiuta a tenere sotto controllo l’aumento del peso: infatti un inadeguato riposo notturno comporta, da una parte, ad una riduzione della LEPTINA (ormone secreto dagli adipociti bianchi che regola il centro della fame a livello ipotalamico), e dall’altra ad un marcato aumento della liberazione della GRELINA (ormone secreto sia dallo Stomaco, che dalle cellule epsilon Pancreas), che aumenta la sensazione di appetito inducendo la ricerca e l’assunzione di cibo; la logica conseguenza è un aumento della peso corporeo soprattutto a favore della massa grassa.
Quindi dormire male di notte, significa anche avere maggiore possibilità di sviluppare sovrappeso / obesità.

Infine, la privazione di un adeguato riposo notturno, si ripercuote inevitabilmente sull’ umore; infatti non riuscire a far riposare quelle parti del cervello che regolano l’attenzione e vigilanza significa mantenere uno stato costante di ipervigilanza, che si ripercuote sulle capacità di modulare le proprie emozioni, come la rabbia o la frustrazione; questo è il motivo per cui chi non riposa bene di notte risulta facilmente irritabile.

La qualità del sonno e il rispetto dei fisiologici ritmi circadiani è alla base della longevità di quelle popolazioni che vivono nelle cosi dette BLUE ZONE (5 in tutto il globo terrestre), aree del mondo in cui si vive a lungo ed in salute, prorpio perché c’è uno stile di vita «protettivo» che potenzia le capacità riparative del DNA preservando la salute più a lungo, nel tempo.
Tutti noi possediamo questo straordinario strumento che ci aiuta a vivere a lungo ed in salute, ma bisogna saperlo usare senza fare compromessi con i ritmi che la società moderna ci impone.