La prima cosa che l’uomo compie quando viene al mondo è l’atto di inspirare

(infatti l’ostetrica cerca di far piangere il neonato affinché cominci a respirare).

Per contro ,invece, l’ultima cosa che  l’uomo esegue quando lascia questa

terra  è quella di espirare; infatti si usa la frase “ha esalato l’ultimo respiro”

per indicare il sopraggiungere della morte.

L’atto respiratorio scandisce, dunque, i ritmi della vita, permettendo l’alternante

movimento (inspirazione ed espirazione) dei due aspetti opposti e complementari

dello YIN e dello YANG, di fedeli compagni che ci seguono per tutta la vita,

scandendo l’inizio e la fine di essa.

L’uomo riesce a sopravvivere per parecchi giorni senza mangiare e diversi giorni

senza bere, ma solo pochi minuti senza respirare.

Per questo, una corretta respirazione, è alla base di ogni buona pratica

energetica, sia essa preventiva o curativa, per aumentare il livello di

consapevolezza nei confronti del proprio corpo e dell’ambiente circostante.

Abbiamo tutti provato almeno una volta nella vita quella strana sensazione che

si avverte nelle giornate afose quando soffiano venti come Fohn o lo Scirocco

(venti caldi e asciutti che spirano in primavera e in autunno), oppure quando

si è chiusi in una stanza dove non c’è un buon ricambio di aria; sono sensazioni

di disagio che si manifestano sotto forma di difficoltà di concentrazione,

di coordinazione motoria e a volte si ricorre allo sbadiglio come azione

rinvigorente.  

Al contrario, la sensazione che proviamo subito dopo un temporale, quando

l’aria è pungente e frizzante, è quella di benessere.

 

GLI IONI COME FONTE DI ENERGIA

 

La nostra vitalità è in parte dovuta allo stato elettrico dell’aria che respiriamo,

o per meglio dire, al livello di concentrazione ionica, cioè la quantità di ioni

presenti in un centimetro cubo di aria.

Quando la concentrazione dell’aria è superiore in IONI NEGATIVI il nostro

corpo ne trae giovamento, mentre quando l’aria è più ricca di IONI POSITIVI

il nostro organismo ne soffre, generando svariati disturbi.

Ma da dove provengono questi ioni??

Essi sono prodotti nell’atmosfera, e in particolare nella ionosfera a causa del

bombardamento dei raggi solari (raggi X e gamma) sugli atomi di ossigeno

e azoto.

Gli ioni negativi vengono assorbiti da tutte le superfici con cui vengono

a contatto, siano esse oggetti solidi o liquidi; per questo motivo in una stanza

chiusa dopo un po’ di tempo le concentrazioni di ioni negativi possono

precipitare enormemente se non avviene un ricambio di aria.

L’ aria per essere considerata buona deve contenere tra il 1500 e 2000

ioni negativi di ossigeno per cm3: è chiaro che se si va in montagna i

livelli di ioni negativi sono ancora più favorevoli per la salute.

Nelle nostre città il livello di ioni negativi ha un valore di circa 50 o anche meno

per centimetro cubo, mentre sale vertiginosamente il valore degli ioni

positivi che può arrivare fino a 10000 per cm3.

Gli ioni positivi sono particelle relativamente pesanti, quindi poco mobili, e

per questo meno captabili da qualsiasi superficie; al contrario, gli ioni negativi

sono leggerissimi e perciò entrano continuamente in contatto con gli oggetti

(soprattutto con superfici metalliche), dove vi rimangono attaccati a vita,

e questo fa sì che il loro numero diminuisca più velocemente rispetto agli altri.

Anche la nebbia può provocare negli esseri umani nervosismo, oppressione

alla testa, e calo dell’attenzione: studi eseguiti in diverse località del mondo

hanno dimostrato che in presenza di tale fenomeno il tasso di mortalità

negli anziani e nei malati aumenta inspiegabilmente.

Sembra, infatti, che questo fatto sia da ricollegare a una parallela

drastica riduzione degli ioni negativi, in quanto la nebbia, per esistere,

necessita di ioni positivi: questa caduta improvvisa di ioni negativi sarebbe

la causa di veri e propri traumi per l’organismo.

 

LA RESPIRAZIONE

 

Respirazione è costituita da 2 fasi principali: INSPIRAZIONE e ESPIRAZIONE

Nella prima fase, vale a dire, l’inspirazione rappresenta il momento in cui

l’ambiente esterno ci pervade, entra dentro di noi, quindi con l’inspirazione

veicoliamo anche tutte le informazioni presenti in quella ambiente.

In questa fase l’intero universo entra dentro di noi e ci pervade con la propria

energia.  

Nella espirazione non facciamo altro che immettere nell’ambiente esterno una

parte di noi e del nostro mondo interiore, per cui la nostra aria parlerà di noi

in tutte le sue caratteristiche attraverso l’odore, il calore o la

vibrazione energetica.

Questa fase rappresenta invece il momento in cui l’uomo proietta verso l’esterno

le proprie ansie e le proprie tensioni, ottenendo un maggior rilassamento

psicofisico in quanto è un momento di scarico in cui i conflitti interiori

vengono espulsi al di fuori con un atto liberatorio.

Queste due fasi sono separate dalla apnea che è una pausa respiratoria in cui

l’uomo è completamente distaccato dall’ambiente che lo circonda, dalla natura

ed è in relazione solamente con se stesso.

Concentrarsi sulla respirazione è uno strumento importante per tornare in

contatto con la propria interiorità, prendendo consapevolezza dei propri

stati emotivi e della propria identità spirituale; divenire consapevoli della

propria respirazione e come tornare a casa dopo un lungo viaggio e

riscoprire oggetti e cose che avevamo dimenticato.

 

LA RESPIRAZIONE TERAPEUTICA

 

L’apnea costituisce una fase molto delicata della respirazione; questo

particolare momento respiratorio è utile quando si desidera effettuare una

ricerca introspettiva di se stessi, quando l’individuo necessita di staccarsi

dagli stimoli esterni per concentrarsi maggiormente sui segnali provenienti

dal proprio essere.

Distinguiamo 3 tipi di respirazione:

 

  • TORACICA

  • ADDOMINO-DIAFRAMMATICA

  • PELVICA

 

La RESPIRAZIONE TORACICA e sicuramente la più comune,

purtroppo però, è anche la meno adatta perché tende ad irrigidire il

diaframma che, non partecipando completamente all’azione respiratoria,

impedisce la completa distensione delle camere polmonari; questa

situazione non permette un buono scambio gassoso e di conseguenza

riducendo l’ossigenazione dei tessuti.

Questa respirazione è tipica dei soggetti ansiosi.

Tutto ciò porta a respirare prevalentemente con la porzione superiore

delle coste e a mantenere per tutta la giornata un blocco inspiratorio

(in parole povere non buttiamo fuori l’aria quasi mai).

In questo modo il diaframma rimane bloccato in basso (blocco inspiratorio)

e i muscoli cosiddetti accessori devono sobbarcarsi un lavoro che in

realtà dovrebbe assolvere il diaframma.

 

La RESPIRAZIONE ADDOMINO-DIAFRAMMATICA è quella respirazione

che in condizioni normali dovrebbe essere eseguita dal diaframma, che

è una lamina muscolo- tendinea, che separa la cavità toracica da quella

addominale, mentre l’espirazione dovrebbe avvenire passivamente.

Ricordiamoci che l’ESPIRAZIONE deve essere necessariamente più lenta

e lunga della INSPIRAZIONE; ci sono delle ragioni reali per questo:

quando noi inspiriamo attiviamo una parte del sistema nervo chiamato

SIMPATICO che è però eccitatorio; l’espirazione, viceversa, attiva il

NERVO VAGO, che è il più grande nervo del sistema nervoso

PARASIMPATICO, ed è quella parte del sistema nervoso che ci calma

La si può eseguire in due modi: durante  l’inspirazione, che avviene

tramite il naso, l’addome si deve gonfiare come un palloncino, ma senza

la contrazione dei muscoli addominali; nella fase espiratoria, che avviene

a bocca aperta, l’aria esce passivamente, senza l’aiuto dei muscoli addominali.

Il secondo modo, è l’opposto del precedente, ovvero si ritira l’addome inspirando

per poi gonfiarlo in fase espiratoria; questa tipo di respirazione

addomino-diaframmatica è definita INVERSA

La respirazione addomino-diaframmatica è in grado di aumentare la

consapevolezza del proprio corpo consentendo la riscoperta di una parte

dimenticata del proprio essere.

I vantaggi di tale tecnica non riguardano solo la psiche ma apportano

numerosi benefici anche a tutto il resto del corpo.

Per questo motivo un profondo controllo del respiro può diminuire la

pressione arteriosa, massaggiare delicatamente gli organi contenuti

nella cavità addominale regolando le funzioni digestive e migliorando

quelle respiratorie.

 

La RESPIRAZIONE PELVICA è una forma utilizzata per eccellenza nelle

tecniche di meditazione taoista, dove l’aria inspirata viene spinta verso il basso

e concentrata in un punto ben preciso dell’organismo, situato circa tre dita

sotto l’ombelico, chiamato DAN TIAN  o “CAMPO DEL CINABRO”;

grazie a questa respirazione è possibile riscaldare il DAN TIAN INFERIORE

permettendo così la circolazione dell’energia in tutto il corpo.

 

Una normale routine di esercizi respiratori, da fare anche solo 5/10 minuti

al giorno, è in grado di ridurre drasticamente i livelli di stress, e ridare la giusta

consapevolezza al nostro corpo.

La respirazione è VITA….